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Rieti e la
Sabina |
Rieti,
capoluogo della provincia detta "Sabina" perché abbraccia, quasi
per intero, il territorio anticamente abitato dal popolo dei
Sabini, è ubicata nel centro geografico d'Italia (Umbilicus
Italiae).
Questa parte
del Lazio rappresenta un angolo dell'Italia ancora incontaminato e
sicuramente tutto da scoprire. |
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Lontano dagli
itinerari di massa e aperto ad un turismo più attento e
consapevole che ama l'arte, la natura, il piacevole contatto umano
ed il rispetto delle antiche tradizioni.
Rieti offre
tutto questo, oltre a strutture agrituristiche, antiche trattorie
che sapranno offrirvi ricette tipiche, artigianato locale,
accoglienza e cordialità. |
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La tradizione che vuole Rieti “Umbilicus Italiae”
cioè il centro esatto della penisola italiana è antichissima. |
A Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) è
affidata la prima citazione che vuole la piana reatina a meta
della penisola.
Virgilio, poi, nel VII libro dell’Eneide
afferma: "Est locus Italiae in medio, sub montibus altis" la
locuzione "locus" è interpretato da molti studiosi come l'agro
reatino.
Questa pietra
fu sostituita dall'attuale lapide il 29 marzo 1950 e reca la
scritta "Centro
d'Italia" in 20
lingue.
Durante il
medioevo Rieti continuò ad essere ritenuta Centro d'Italia.
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Infatti,
all'epoca si diceva che, per quanto riguarda la larghezza dell'Italia
dall’Adriatico al Tirreno, se si interseca la città di Rieti, si
contano 52 miglia italiane a destra e altrettante a sinistra; e
così per la lunghezza partendo da Rieti punto centrale della
linea, risultano 310 miglia fino ad Augusta Pretoria (Aosta) e 310
miglia da Rieti a Capo dell’Armi (Calabria).
La tradizione,
più tardi, situa definitivamente "l’umbilicus" all'interno
della città di Rieti e precisamente nella piazzetta di San Rufo.
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Qui fu posta una
colonnetta di granito che vi restò fino al 1800, quando il
brigadiere pontificio Giuseppe Capelletti la fece sotterrare nel
medesimo luogo ove era eretta e la sostituì con una rozza pietra
con sopra scolpito "Medium Totius Italiae". |
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Rieti è
l'antica "Reate" dei Romani, una delle più
importanti città della Sabina.
Le tracce della
fondazione di Rieti si perdono all'inizio dell'età del ferro.
Infatti, nel quarto anno dalla fondazione dell'Urbe, Romolo, nel
tentativo di trovare mogli ai suoi uomini, organizzò il famoso
ratto delle Sabine. |

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L'antica
capitale dei Sabini fu importante municipio romano e fu sempre
molto legata a Roma: vestigia romane si trovano all'ingresso della
città, nei resti del solido ponte in pietra dove sono visibili i
profondi solchi lasciati dalle ruote dei carri, utilizzati per il
trasporto del sale sulla Via Salaria. |
Visita della
Città |
La città si
visita in modo piacevole di piazza in piazza. La più famosa è
la Piazza di S. Francesco, dove si trova anche la
chiesa omonima costruita nel 1245. Da qui si sale verso il
Monastero di S. Chiara, che, secondo la tradizione, è
stato edificato sui resti della casa di fra Angelo Tancredi,
compagno di S. Francesco.

La
centralissima e ampia Piazza V. Emanuele II corrisponde al
punto più alto della Città, dove sorgeva l’antico forum e dove,
probabilmente, intorno al III secolo a.C. si stabilirono i primi
insediamenti dell'antica Reate.
La piazza
ancora oggi rappresenta il centro della vita cittadina, rivitalizzata
negli ultimi anni dalla trasformazione in isola pedonale e con la
sistemazione, al posto originario, della Fontana dei delfini.
Di fronte
alla fontana sorge il Palazzo Comunale in stile barocco,
dove ha sede il Museo Civico, ricco di sculture, d’epigrafi
romane e dipinti dal XIV secolo ad oggi. La sala consiliare
è stata affrescata dall'artista reatino Antonino Calcagnadoro con quattro
tempere, che rappresentano la Giustizia, le Arti, l’Industria e
l’Agricoltura. Al primo piano è la Biblioteca Comunale che
ha assunto il nome di Paroniana poiché la maggior parte delle opere
proviene dalla collezione di monsignor Paroni.
In
Piazza Cesare Battisti ci troviamo di fronte il Palazzo del
Governo, che rappresenta una delle principali costruzioni del
periodo tardo rinascimentale (1596). Il palazzo è impreziosito da una
loggia ad archi sostenuti da doppie colonne, attribuita al Vignola, che si
affaccia su un giardino pensile.
Da qui si scopre un suggestivo panorama
che scivola dalla parte più antica della Città a quella moderna, sino alla
verdeggiante fascia collinare.
Nei giardini di
Piazza Oberdan è stata recentemente posta una statua di bronzo
dedicata al grande latinista Marco Terenzio Varrone.
Sulla piazza si erge
la mole del Palazzo del Seminario, già sede del palazzo del
Podestà. Quest'opera, ascrivibile agli ultimi anni del XIII sec.,
rappresenta uno dei migliori edifici medievali reatini.
In fondo alla
discesa di Via Roma scorre il fiume Velino, che attraversa
Rieti.
Le sue acque limpidissime, ossigenate, ricolme di vegetazione e
fauna fluviale, sono uno dei motivi caratterizzanti della città.
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La splendida
Cattedrale di Rieti, dedicata a Santa Maria Assunta, fu costruita
per volere del vescovo Benincasa.
Lo stile originario è romanico anche se
la completa ridecorazione barocca ne ha radicalmente mutato l'aspetto.
 È il monumento
più importante della città; più volte rimaneggiato, conserva il campanile
originario del 1252.
L'interno è a croce latina con tre navate divise da
colonne tutte diverse che provengono da antichi edifici; la prima di esse
è la XXXVII colonna militare della Via Salaria e ha una scritta in onore
degli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano.
Maestri famosi di
varie epoche hanno partecipato alla realizzazione dell'interno: la
cappella dedicata a Santa Barbara, protettrice di
Rieti, ha visto l'intervento di
Gian Lorenzo Bernini, mentre quella di S.
Caterina venne completamente rifatta nel 1841 su progetto di Giuseppe
Valadier.
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Di grande
interesse è il Palazzo Vescovile, con facciata aperta da
due archi che immettono nel magnifico portico; da un cortile interno si
accede alla sala dell'episcopio (salone papale), con sette
ampie finestre realizzate nel periodo rinascimentale.
Si tratta di un
vasto ambiente destinato a cerimonie e riunioni, in cui l'atmosfera è di
esclusività ed importanza.
Qui fu
celebrato, nel 1185, il matrimonio tra Enrico VI e Costanza d’Altavilla,
ricordato da una lapide.
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Perla, tra tante, del patrimonio artistico di Rieti, il Teatro Comunale Tito Flavio Vespasiano, considerato da critici ed esperti
uno dei più belli d'Italia nel campo dell'architettura teatrale,
soprattutto per l'eccellente acustica. |
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Le pareti del
vestibolo sono decorate da pitture di Antonino Calcagnadoro, mentre il
soffitto presenta la Musica, un'allegoria di Federico Ballester. Il
Trionfo di Vespasiano e di Tito dopo la presa di Gerusalemme, dipinto
da Giulio Rolland nel 1901, occupa l’intera cupola.
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Di interesse anche le chiese di San Domenico e
di Sant'Agostino (XIII sec.), l'oratorio di San Pietro Martire, istoriato
con affreschi raffiguranti il Giudizio Universale, la chiesa di Sant'Antonio
Abate, con facciata di Giacomo Vignola.
Una visita
meritano anche le imponenti mura medievali, merlate e
turrite, che risalgono al 13° sec.
L'immagine di
Rieti è inscindibile dal cordone di mura che si inscrive al suo interno.
Quasi intatta e visibile per lunghi tratti delle strade cittadine, la
cinta difensiva comunica immediatamente la storia della città.
Una storia
che fino al '600 va di pari passo con la preoccupazione di
difendersi dalle incursioni nemiche e con la necessità di uno sviluppo
urbano lento ma progressivo.
E le mura hanno registrato tutto questo,
subendo distruzioni, rifacimenti e adattamenti.
Delle numerose
porte che l’attraversavano è possibile a tutt’oggi osservare Porta Romana,
Porta d’Arci, Porta Conca.
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Dintorni di
Rieti |
Intorno alla città di Rieti troviamo paesaggi naturali di incontaminata
bellezza, boschi, laghi, monti ove è vivibile un turismo autenticamente
naturale; sorgono in questi luoghi alcuni affascinanti luoghi
francescani, come il Convento di Fonte Colombo,
detto il Sinai Francescano e il Convento di Greccio, legato
all'istituzione del Primo Presepio vivente della storia, realizzato da San
Francesco la notte di Natale del 1223.
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Quì troviamo l'importante Abbazia di Farfa, uno dei più
famosi e potenti centri monastici del Medioevo.
Il vasto complesso comprende, in particolare, la Chiesa (XV sec.), il
delizioso Chiostrino Longobardo, il Chiostro Grande e la Biblioteca, che
conta ben 20.000 volumi e 60 incunaboli, codici e manoscritti rarissimi.
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Dal punto di
vista naturalistico è imperdibile una visita alla Riserva Naturale
dei Laghi Lungo e Ripasottile. |
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è ovviamente
imperdibile anche una visita al Terminillo, vetta più elevata dei Monti
Reatini e stazione turistica tra le più importanti e meglio attrezzate
dell'Appennino Centrale. Tra i 1500 e i
2000 metri di quota sono collocati 40 km di piste per lo sci da discesa e
26 km per lo sci di fondo. Panorami,
prati, faggete e fioriture offrono spunti per escursioni e passeggiate
indimenticabili durante l'intero arco dell'anno. |


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Gastronomia
Reatina |
L’amore
per la natura ed i frutti della terra, il gusto delle cose
semplici e genuine, questa è la Gastronomia Sabina e gran
parte dei meriti vanno al saporitissimo olio della zona.
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Così per le "stracciatelle in brodo", per gli
"spaghetti alla carrettiera" e per il "pollo alla diavola" oppure
"l'abbacchio in guazzetto" e le "stufatine garofolate".
Le specialità propriamente locali si trovano in
campo dolciario e sono: i "terzetti alla reatina, "la "Copeta"
(miele tra foglie di lauro) e la "Pizza di Pasqua".
Merita particolare rilievo la cucina di Amatrice
che ha creato e diffuso in campo nazionale ed internazionale la
specialità degli "spaghetti all’Amatriciana" e "la mortadella di
Amatrice".
Da ricordare anche gli "stracci di Antrodoco" gli "strengozzi"
alla reatina, le fettuccine alla grecciana, la porchetta di Poggio
Bustone, le fregnacce, il "fallone di Stimiglano".
Terra di laghi, fiumi e torrenti la gastronomia
della provincia di Rieti vanta trote e gamberi insaporiti in cento
salse diverse.
Da citare, ed assaggiare, i formaggi pecorini
freschi salati o stagionati, la ricotta, il "fiore molle" di
Leonessa, aromatizzata allo zafferano. |
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Alcune Ricette |
FARRO AL TARTUFO DI LEONESSA
Ingredienti: 200 gr. di farro leonessano, due pomodori
rossi, i cipolla, i patata, 3 etti di salsiccia, sedano, carota,
sale.
Soffriggere in poco olio di oliva la salsiccia tritata, la
cipolla, il sedano e la carota. Aggiungere i pomodori e il sale
facendo cuocere a fuoco moderato. In due litri d'acqua bollente
versare il farro e il condimento soffritto girando frequentemente
con un cucchiaio di legno per circa 40 minuti. A cottura ultimata
cospargere il piatto di tartufo a volontà.
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FREGNACCE ALLA SABINESE
Pasta fatta in casa, tagliata a rombi e condita con
spezie, olive nere, funghi, carciofini, aglio e pomodoro. |
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STRACCI DI ANTRODOCO
Sottili frittatine a base di farina, acqua e uova, farcite
con ripieno di carne, verdura tritata e formaggio grattugiato,
quindi arrotolate, sovrapposte in più strati cosparse di altro
sugo di carne e formaggio e cotte in forno.
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STRENGOZZI ALLA REATINA
Pasta di farina, acqua e sale tirata al mattarello a
sfoglia spessa e tagliata a strisce. Il sugo è preparato con
grasso di prosciutto, due cucchiai d'olio d’oliva, peperoncino
rosso forte. Far soffriggere e, non appena rosolato, aggiungere
dadini di prosciutto fresco (grasso e magro) e infine il pomodoro.
Salare. Durante la cottura aggiungere piselli freschi.
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Scheda
Itinerario
Rieti e Dintorni
Incanto di Natura e Arte |
ORARI
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T A P P E
P R I N C I P A L I
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Note
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08.00
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Partenza da
Roma o località da concordare
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Mattino
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Rieti
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13.00-14.30
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Pausa
pranzo
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Pomeriggio
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Dintorni di Rieti (laghi - Terminillo - Farfa)
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18.00
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Partenza per
Roma o località da concordare
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Quota
di partecipazione: da stabilire in base alla località di partenza, al
numero dei partecipanti ed alle modalità di soggiorno e trasferimento
Per Transfer, preventivi, richieste specifiche o
soluzioni personalizzate contattare RosiTour
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