A spasso
attraverso i secoli...
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Una
sorta di viaggio nel tempo che catapulterà i visitatori
nell’antica Roma.
Si
visiteranno i luoghi teatro di famosi incontri fra condottieri, di
battaglie, di guerre politiche combattute aspramente fino
all’ultima toga.
Roma
padrona del mondo intero con i suoi fasti che ancora colpivano i
visitatori nel momento della sua decadenza, sebbene già fosse
iniziata la depredazione dei marmi e degli altri materiali
preziosi che l’adornavano.
Gigantesche
architetture per la capitale di un impero potentissimo.
Secoli
di storia che si intersecano creando un insieme unico al mondo,
come l’area dei fori imperiali e poi…

E
poi si passa, con un salto di secoli, alla Roma barocca del
Bernini e del
Borromini, quella Roma così ricca di fontane,
piazze splendide e palazzi nobiliari famosi in tutto il mondo ed
immortalati in film, foto e dipinti dagli esponenti più illustri
delle varie arti.

Il
fascino indiscusso di una passeggiata a Fontana di Trevi
(chi mai resisterà alla tentazione di gettare una monetina?)
passando per il Pantheon, stupendo esempio dell’evolutissima
tecnica costruttiva raggiunta dagli antichi romani, per poi
arrivare in quel gran teatro del mondo che è Piazza Navona
e che regala ancora oggi suggestioni diverse nelle varie ore della
giornata.
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Foro Romano
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La valle del
Foro, paludosa e inospitale, è utilizzata tra X e VII sec. a.C.
come necropoli dei primi villaggi stanziati sulle colline
circostanti. Solo attorno al 600 a.C., ad opera del re etrusco
Tarquinio Prisco, viene drenata con la costruzione della Cloaca
Massima e "pavimentata" in terra battuta, diventando il
centro della vita cittadina. Gli edifici che vediamo oggi nel Foro
non sono tutti contemporanei e non erano tutti visibili nello
stesso tempo.
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Dietro
il Campidoglio si estende la vasta area archeologica che
corrisponde al Foro Romano.
La
vista d'insieme è di un'immensa distesa di opere d'arte a cielo aperto,
vestigia di una civiltà che a millenni di distanza emanano grande
fascino. Il foro costituiva il cuore della città, centro della vita
sociale e politica. Entriamo per visitarlo.

Dopo
l'ingresso siamo accolti dal maestoso Arco di Settimio Severo,
giunto a noi molto ben conservato, che celebra le vittorie riportate
dall'imperatore sugli arabi. Inoltrandoci a piedi lungo gli antichi
tracciati delle strade della città antica possiamo notare a sinistra il Tempio
di Antonino e Faustina, all'interno del quale fu edificata la Chiesa
di S. Lorenzo in Miranda, e a seguire l'imponente mole della Basilica
di Massenzio.
Proseguendo
incontriamo un secondo arco, anch'esso conservato integralmente, l'Arco
di Tito, che il Senato e il popolo romano fecero erigere per
celebrare il trionfo di Vespasiano e Tito sui Giudei e la presa di
Gerusalemme.
Sulla
Via Sacra,
dove sfilavano i generali vittoriosi, si
trovano la Basilica
Emilia (in onore della gens Emilia),
dove si amministrava la giustizia, la grande Curia
Iulia, sede del Senato. Davanti
alla Curia è il Lapis niger,
la pietra nera che indicava il luogo funesto della morte di Romolo.
Il Tabularium
(l'archivio di stato romano), i templi
della Concordia, di
Vespasiano e di
Saturno raccordano il Foro con il
Campidoglio.
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L'enorme
edificio della Basilica di
Massenzio, fatto costruire
dall'imperatore agli inizi del IV secolo, è stato in anni recenti teatro di manifestazioni
culturali organizzate dal comune di Roma.
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Colosseo o
Anfiteatro Flavio
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L'Anfiteatro
Flavio, da tutti conosciuto come il Colosseo,
è forse il monumento più famoso del mondo.
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Fu
per volontà di Vespasiano, che voleva far dimenticare i misfatti di
Nerone, che venne costruita la più grande arena di Roma per destinarla ad
uso pubblico, dopo le ripetute espropriazioni effettuate ad opera
dell'imperatore precedente.
Era
il posto preferito dai romani, la cui sfrenata sete di spettacoli cruenti
era placata solo dalla vista dei sanguinosi combattimenti dei gladiatori.
Il Colosseo contava quattro piani. Il quarto era una muratura piena con un
sistema di pali per fissare il Velarium, un grande tendone che serviva per
riparare gli spettatori dal sole. Scale e gallerie davano accesso ai vari
settori della gradinate. Nelle gallerie si incontrava di tutto, venditori
di ceci, di bevande calde e di ricordini, gente che affittava cuscini e
coperte agli spettatori notturni. Affacciandosi dai piani alti si poteva
ammirare uno spettacolare colpo d'occhio sulla città più grande del
mondo.
Non
si conosce il nome del geniale costruttore, forse Rabirio, l'architetto di
Domiziano, o un certo Gaudenzio. Non c'era vittoria militare, festa
religiosa, anniversario che non fosse festeggiato con combattimenti
sanguinosi.
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Al
Colosseo sono legate le feroci persecuzioni dei cristiani,
interrotte ad opera dell'imperatore
Costantino che nel 313 d.C. vieta i combattimenti tra
gladiatori e proclama il Cristianesimo religione ufficiale
dell'Impero.
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Fontana di
Trevi
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La più
artistica di Roma, presente nell'immaginario
comune di oggi grazie al film di Federico Fellini "La
dolce vita", in cui Anita Ekberg si bagna vestita nel bacino
della Fontana.
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Fontana
mostra dell'Acqua Vergine condotta a Roma nel 19
a.C. da Marco Vespasiano Agrippa
per alimentare le terme da lui costruite al Pantheon.
L'acqua
venne denominata Vergine in omaggio ad una fanciulla che
avrebbe indicato la sorgente ai soldati assetati.
Nel
1453 papa Nicolò V fece erigere
una fontana da Giovan Battista Alberti
nella località detta "dello Trejo", che nel corso degli
anni divenne Trevi.
La
fontana era un momento importante per la città che tornava ad
avere acqua di sorgente dopo aver utilizzato per secoli l'acqua
del Tevere.
Tre
secoli dopo, papa Clemente XII
decise di sostituirla e indisse un concorso invitando i migliori
artisti del suo tempo a partecipare.
Lo
scopo era quello di ornare Roma di un'opera grandiosa e di
fornirla di maggiore quantità d'acqua potabile.
Fra
i bozzetti fu scelto quello del romano Nicolò
Salvi.
La
costruzione della fontana durò 23 anni.
Al
centro di una base rocciosa si erge la statua di
"Oceano" sopra un carro a conchiglia trainato da due
cavalli marini guidati da tritoni.
I
cavalli rappresentano il mare agitato e calmo.
Le
due statue ai lati di Oceano rappresentano la Salubrità e la
Prosperità, chiara allusione agli effetti benefici di un'acqua
pura.
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Nella vasca che rappresenta il mare è
tradizione che i turisti gettino una monetina per assicurarsi il
ritorno a Roma.
Un altro rito romantico è legato alla fontanella sul lato
sinistro chiamata "fontanina degli innamorati".
Secondo la leggenda le coppie che bevono a questa fontanella hanno
il privilegio di restare sempre fedeli.
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Pantheon
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Il
più bel resto dell'antichità romana è senza dubbio il Pantheon.
Questo tempio ha così poco sofferto che ci appare come dovettero
vederlo alla loro epoca i romani.
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Nell'anno
27 a.C. Agrippa, genero di Augusto e architetto, erige il Pantheon
sul luogo dove Romolo, secondo la leggenda, "ascese" in
cielo durante una cerimonia.
Nel corso degli anni il tempio subisce incendi e altre calamità,
viene restaurato più volte finché l'imperatore-architetto
Adriano lo ricostruisce e amplia
la cupola in calcestruzzo - la più larga che si sia mai
costruita in muratura - realizzata con una tecnica d'avanguardia.
Nel 608 l'imperatore Foca dona il tempio a Papa Bonifacio IV che
lo consacra al culto cristiano: Sancta Maria ad Martyres,
capolavoro dell'architettura romana e primo caso di trasformazione
di un tempio pagano in chiesa cristiana.
In origine la calotta era esternamente coperta con tegole di
bronzo dorato collocate a squame, sottratte nel 663
dall'imperatore d'Oriente Costante II e sostituite da una
copertura di piombo nel 735.
Stessa sorte subiscono i rivestimenti bronzei del portico, usati
per fondere cannoni o concessi da Urbano VIII al Bernini per
realizzare il baldacchino di S. Pietro.
Poche le aggiunte all'architettura originaria: gli ornamenti della
chiesa, i sepolcri di grandi artisti (Raffaello) e quelli dei
Reali d'Italia.
Sempre il Bernini erige due brutti campanili ai lati del timpano
definiti "orecchie d'asino", eliminati a fine ottocento.
Il pavimento è coperto di marmi a colori e così pure le pareti.
La famosa cupola termina con un grande oculos circolare -
un'apertura di 9 metri di diametro - che serviva a dar luce
all'interno e come sbocco al fumo dei fuochi sacrificali.
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Piazza Navona
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È la piazza più
caratteristica della città. Tutto il quartiere dove è situata,
con le strade strette, i vicoli scuri ed i palazzi chiusi
testimonia di un mondo passato e di una tradizione gloriosa e
piena di fascino.
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La storia della
piazza risale all'antica Roma. Su tutta l'area sorgeva il
vastissimo circo dell'Imperatore Domiziano, sulle gradinate del
quale sono edificate oggi le case che circondano l'odierna piazza.
Qui si svolgevano finte battaglie navali, grandiosi spettacoli
pubblici, giuochi ecc. Più tardi, sebbene il complesso fosse
andato in rovina fino a scomparire, sul luogo il popolo continuava
a divertirsi.
Nel medioevo le
festività popolari continuavano a svolgersi qui. Anche nel XIX
secolo i commedianti girovaghi con le loro buffonerie divertivano
qui il popolo che, nelle domeniche e nelle feste del mese di
Agosto, sostava a lungo a sguazzare nell'acqua fatta traboccare
dalle fontane, con gran divertimento dei cardinali e dei ricchi, i
quali dalle loro vetture gettavano denari a piene mani per
aumentare la gaiezza popolare.
Oggi resta il
grande mercato di Natale, che richiama alla vita tutto il passato
della piazza.
Il Papa Innocenzo X iniziò la sistemazione
della Piazza, fino allora sporca e trascurata, con la
ricostruzione del Palazzo Pamphilj che ordinò a Girolamo
Rainaldi.
L'interno è notevole per le decorazioni
del salone con affreschi di Pietro da Cortona, rinomato artista
fiorentino. Il papa fece anche innalzare la chiesa
di S. Agnese,
sul luogo dove la santa subì il martirio. La chiesa è opera del
Borromini (1645-50). L'artista fu particolarmente criticato e
deriso per l'ondeggiamento barocco della facciata, per la
leggerezza delle torri e della cupola, e per la concezione
arditamente nuova di tutto l'insieme. Il più spietato dei critici
fu il suo eterno rivale Bernini. Si dice che l'artista, sofferente
e debole di nervi, venne tanto afflitto dalle critiche incessanti
che finì col suicidarsi.
Ultimata
la piazza, il pontefice continuò ad abbellirla con la costruzione
di due fontane. Una di queste, capolavoro del Bernini, è la
centrale Fontana dei Fiumi. Sul gruppo delle rupi
siedono i giganti simboleggianti i fiumi dei quattro Continenti:
il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. In alto s'alza
l'obelisco di Domiziano.
Altre due belle fontane decorano la piazza.
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La Fontana del Moro,
realizzata nel 1574 su progetto di Giacomo Della Porta e rinnovata
dal Bernini nel 1653.
Restaurata nel 1874, i 4 tritoni e maschere
sono stati sostituiti da copie.
La scultura centrale è chiamata il Moro
per i tratti somatici che la caratterizzano, in effetti si tratta
invece di un muscoloso tritone che soggioga un delfino.
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La Fontana del Nettuno,
rinnovata dal Bernini ma i cui ornamenti sono stati realizzati dal
1873 al 1878 (il Nettuno da A. Della Bitta, gli altri gruppi da G.
Zappalà).
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Oggi Piazza Navona è circondata da
caratteristici caffè e wine-bar, al centro i pittori espongono le
loro opere e i romani, grandi o piccini, creando un'armonia
indissolubile tra arte, storia e vita vera, vengono qui a
passeggiare.
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Il Lazio a tavola
Lazio e Roma: Terra di potere e Terra di piacere |
È
del piacere a tavola che vogliamo parlare nel presentare il Lazio,
delle tradizioni enogastronomiche e dei pranzi luculliani che la
letteratura antica ci ha tramandato. Ma è nelle trattorie e
persino nelle osterie che si tramanda la tipica cucina romanesca.
L’abbacchio
(agnello o capretto) è il piatto forte, la tipica specialità
romana. L’abbacchio tenero, profumato, saporito: le testine
d’abbacchio al forno, le braciole d’abbacchio a scottadito,
l’abbacchio alla cacciatora e la coratella d’abbacchio.
Fra
i piatti tipici a base di carne bovina, i saltinbocca alla
romana e la coda alla vaccinara, molto
saporita e vigorosa; altri piatti caratteristici sono il pollo
preparato in padella con i peperoni o alla diavola, i supplì
al telefono (riso, ragù e mozzarella) e le lumache
in umido, soprattutto in occasione della festa di San
Giovanni, il 24 giugno.
Fra
i formaggi e i latticini di produzione locale, il pecorino,
la ricotta e le ovoline di bufala
(piccole e gradevoli mozzarelle).
Fra
i dolci, il pangiallo, a base di mandorle, nocciole,
canditi e spezie; il pampepato e i maritozzi.
Abbiamo
lasciato in fondo i primi piatti, di proposito, perchè sono
veramente molto fantasiosi. I più noti sono le pastasciutte:
all’amatriciana con guanciale, pomodoro, pepe e
pecorino; alla carbonara con guanciale e tuorlo
d’uovo; a cacio e pepe; ad aglio, olio e
peperoncino; alla norcina.
Tanti
altri piatti prelibati si potrebbero citare fra gli antipasti e i
contorni, come i fagioli con le cotiche, le fave
sbaccellate, le cipolline in agrodolce.
Tutto
innaffiato con il buon vino sfuso dei Colli, servito
con le tradizionali caraffe di vetro e di terracotta. Ma ottimi
sono anche i vini dei Castelli: di Frascati, di Velletri e di
Marino.
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La Ricetta
Bucatini all'AMATRICIANA o Bucatini alla MATRICIANA |
Contraddittorie
sono le versioni sulle origini, sulla preparazione e persino sul
tipo di pomodoro utilizzato per i bucatini (o spaghetti?) all'amatriciana
(o matriciana?).
Alcuni,
ad esempio gli autorevoli Luigi Carnicina, Luigi Veronelli,
Vincenzo Buonassisi nonché lo stesso prof. Luigi Volpicelli,
sostengono che la "matriciana" è oriunda abruzzese
essendo nata ad Amatrice, quando questo paese, oggi aggregato alla
provincia di Rieti, apparteneva alla provincia aquilana. D'altro
canto, Secondino Freda e Alberto Consiglio attribuiscono invece la
paternità di questo gustoso piatto ai sobborghi romani. Secondo
Freda, un secolo fa un bravo cuoco amatriciano residente a Roma
ideò il tanto "conteso" piatto nei sobborghi Romani, ma
volle chiamarlo "spaghetti alla amatriciana"
probabilmente in ricordo della sua terra d'origine, ma che in
seguito cambiarono il nome in "spaghetti alla matriciana".
A sostegno della sua tesi due ingredienti fondamentali per la
preparazione, il guanciale ed il pomodoro casalino (tipici dei
sobborghi di Roma). Un'altra ipotesi sulle sue origini racconta
che degli invitati a pranzo di un nobile romano avevano chiesto
alla cuoca come si chiamasse il gustoso piatto preparato, e la
donna rispose "spaghetti alla matriciana", perché il
guanciale si chiamava "matrice". Ed anche sul pomodoro
nasce la controversia! Infatti secondo l'amato Aldo Fabrizi i
pomodori utilizzati sono: "li pommodori freschi di San
Marzano", mentre secondo Freda venivano utilizzati i pomodori
casalino. E come se non bastassero le controversie sopra indicate,
sorge anche la diatriba: "Cipolla si? O Cipolla no?".
Una, mezza, un quarto, quasi tutte le grandi firme in campo
gastronomico dicono che serve.
Qualunque
siano le origini, una cosa è certa, questo è uno dei piatti più
amati dai romani, ma anche da tutti quei turisti che vogliono
abbinare l'arte, la storia di "un Colosseo" o di
"un Foro Imperiale" ad un buon piatto di pasta.
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Ingredienti (per 4 persone)
400 gr di
spaghetti o bucatini
150/200 gr di guanciale
250 gr. di pomodoro casalino (o 5 o 6 pomodori sammarzano)
¼ di cipolla battuta
1 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
70 gr. di pecorino grattugiato
sale e pepe
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Preparazione
Iniziare
a far rosolare in un tegame con l'olio la cipolla, poi aggiungere
il guanciale tagliato a listarelle larghe. Appena comincia a
prendere colore toglierlo dal fuoco ed aggiungere il pomodoro ed
il sale e far cuocere per 10 minuti. Intanto cuocere al dente la
pasta, che naturalmente deve essere pronta nello stesso istante in
cui sarà pronta la salsa. Condire la pasta prima con un po' di
pecorino, poi il sugo, mantecare ed aggiungere alla fine un altro
pò di pecorino.
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Scheda
Itinerario
Roma
Archeologica e Barocca |
Vai alla nostra proposta
Roma Tour 1 |
ORARI
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T A P P E
P R I N C I P A L I
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Note
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Mattino
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Partenza:
luogo ed orario da concordare
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Pullman
su richiesta (anche su Roma)
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Mattino
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Foro
Romano - Colosseo
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13.00-14.30
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Pausa
pranzo
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Pomeriggio
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Fontana
di Trevi - Pantheon - Piazza Navona
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Pomeriggio
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Rientro:
luogo ed orario da concordare
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Pullman
su richiesta (anche su Roma)
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Quota
di partecipazione: da stabilire in base alla località di partenza, al
numero dei partecipanti ed alle modalità di soggiorno e trasferimento
Per Transfer, preventivi, richieste specifiche o
soluzioni personalizzate contattare RosiTour
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