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Borromini |
Attraverso questo itinerario si potrà approfondire la personalità
irrequieta di uno dei geni del barocco romano, Francesco Borromini
(Bissone, Canton Ticino 1599 - Roma 1667).
Si potranno ammirare alcuni dei suoi capolavori:
Palazzo di
Propaganda Fide - S. Andrea delle Fratte - S. Ivo alla Sapienza
- Palazzo Carpegna
S.
Carlo alle Quattro Fontane - S. Giovanni in Laterano. |
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Palazzo della Congregazione di
Propaganda Fide |



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La Congregazione fu fondata come istituzione da Gregorio XV nel 1622.
L’esterno del palazzo è opera congiunta di Borromini e Bernini, infatti la
facciata su piazza di Spagna fu rifatta dal Bernini nel 1642-44 mentre
quella su via di Propaganda, singolare per le sue finestre concave e
convesse, fu completata da Borromini poco prima della sua morte nel 1667.
Entrando dalla porta principale su via di Propaganda ci troveremo in un
atrio di bell’effetto prospettico sboccando subito in un cortile di
semplici forme barocche.
In questo stesso atrio si apre l’ingresso alla
Chiesa dei Re Magi ovvero di Propaganda Fide.
Bisogna assolutamente
visitare questa minuscola chiesa per comprendere due cose: come il genio
di Borromini sia incredibilmente fertile di soluzioni nuove e come lo
stile barocco, nelle mani dei suoi artisti più grandi, non dia affatto,
mai, quella sensazione di troppo ricco, di sovraccarico che è la colpa che
gli rimproverano gli incompetenti.
La mirabile semplicità decorativa di
questa chiesetta è messa in risalto dalla sua originalità strutturale, che
culmina nella volta a fascioni incrociati, vagamente simili alle nervature
gotiche. |



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Una curiosità:
nella facciata laterale del palazzo di Propaganda Fide la
tradizione crede di riconoscere una delle tante pittoresche
manifestazioni della rivalità fra il
Bernini e il Borromini. Il
primo aveva costruito la facciata su piazza di Spagna, il secondo
gli subentrò successivamente e per sfregio nei confronti
dell’odiato nemico, abitante peraltro lì di fronte, ornò le
finestre laterali, all’ultimo piano, con delle sagome curiose
quanto allusive, “ad orecchia d’asino”. Il Bernini sembra aver
risposto alla forte provocazione con un medaglione del cornicione
ritrovato nella sua casa, scolpendoci sopra un imponente fallo,
poi per decenza deformato a suon di scalpello… |
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Chiesa di S. Andrea delle Fratte |

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In fondo
a via di Propaganda s’innalza la facciata neoclassica e piuttosto
disadorna di questa particolare chiesa; osservando questa nuda fronte si
può comprendere come tale chiesa nasconda alcuni dei massimi tesori
della Roma barocca. L’interno della chiesa, piuttosto sontuoso ma tutto
sommato di semplice struttura (ad una navata con alta cupola), ha poco
delle audacie borrominiane, che rifulgono invece all’esterno, infatti
facendo qualche passo lungo l’adiacente Via Capo le Case potremo ammirare
la stranissima cupola di mattoni, eseguita dal Borromini su un disegno
unico al mondo, ma rimasta incompiuta, e soprattutto il Campanile,
certo il più bello di Roma e uno fra i più arditi e singolari che
esistano. La sua forma movimentata è indefinibile e indescrivibile: si può
dire solo che il suo coronamento è una sorta di tempietto sorretto da
deliziose figure di angeli e completato arditamente da una specie di vaso
fiammeggiante. Questo campanile oscilla lievemente quando suonano le
campane. |

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Una curiosità:
all’interno di Sant’Andrea delle Fratte, uno dei due meravigliosi
angeli berniniani posti sull’altare maggiore, nati per vivere
nella luce e nel sole, sul Ponte di Castel Sant’Angelo,
trasportati qui perché non si sciupassero poiché troppo belli,
appare nei documenti come opera del figlio del grande Gian Lorenzo
Bernini, il mediocre Paolo Valentino. Non c’è alcun dubbio, vista
la fattura bellissima dell’angelo, che sia opera sicuramente del
grande Bernini padre; si tratterebbe quindi di un puro gesto
d’amore paterno nei confronti di un figlio non certo all’altezza
del suo genio.
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Chiesa di S. Ivo alla Sapienza |

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Concepita per essere la cappella dell’Università di Roma, istituita nel
1303 da Bonifacio VIII. La sede originaria si trovava a Trastevere e, solo
verso la metà del Quattrocento, l’università fu trasferita nell’area di
Sant’Ivo dove ancor oggi sorge il palazzo. La sede vi rimase fino al
definitivo trasferimento nell’attuale città universitaria “La Sapienza”.
L’incarico per la costruzione della cappella di Sant’Ivo fu
originariamente assegnato ancora una volta al Bernini che ritenendolo un
lavoro scomodo pensò di lasciarlo al Borromini, il quale riuscì a creare una
straordinaria quanto complessa struttura.
La
pianta esagonale particolarmente originale riprende, schematizzata, l’ape
simbolo della famiglia dei Barberini che aveva commissionato l’opera.
Straordinaria la cupola, dall’inconsueta forma a spirale culminante con
una corona di fiamme, simbolo di carità, la virtù principale di Sant’Ivo,
per questo divenuto il protettore degli avvocati.
La
lanterna della cupola ricorda la valva di un mollusco che Borromini
conservava nella sua collezione di conchiglie. È infatti probabile che il
geniale artista si sia ispirato, nel realizzare il disegno per la corona
gemmata a coronamento dell’edificio, proprio alla forma molto allungata
del mollusco. |

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Una curiosità
da “gustare”: a due passi, se si desidera un buon caffè, da non
mancare lo storico Grancaffè del Sant’Eustachio, nella omonima
piazza, fu tra l’altro uno dei luoghi di ritrovo preferiti da
Stendhal. |
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Palazzo Carpegna |
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Ospita
dal 1932 l’Accademia di belle arti di San Luca (patrono dei pittori). La
caratteristica principale di questo palazzo è la rampa a spirale,
costruita dal Borromini in sostituzione delle scale. La si può vedere in
fondo all’androne, nonostante la curva inziale sia ingegnosamente celata
da stucchi decorativi a foggia di ghirlande. La prima rampa del genere fu
costruita dall’imperatore Adriano nel suo mausoleo, l’attuale Castel Sant’Angelo. |
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Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane |
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Altrimenti nota come San Carlino.
Fu il primo incarico a carattere
prettamente architettonico affidato al Borromini, dopo vent’anni di lavoro
come scalpellino, capomastro, disegnatore e assistente.
Il sito è angusto:
si dice che la superficie ricoperta dalla chiesa sia identica a quella
ricoperta da uno dei pilastri che sostengono la cupola di S. Pietro.
Tuttavia, il progetto presentato dal Borromini fu immediatamente
riconosciuto come eccezionale: il Procuratore Generale dell’Ordine riferì
che molti forestieri giungendo a Roma tentarono di procurarsene copie. |
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Aggiunse che
nella “opinione di tutti nulla di simile può trovarsi al mondo,
riguardo a merito artistico, capriccio, eccellenza e singolarità”. |
Solo
conoscendo bene i caratteri generali dell’architettura in quei
tempi, possiamo comprendere perché questa chiesa sia stata
considerata così rivoluzionaria. Il Borromini era, prima di ogni
cosa, un costruttore e un architetto, a differenza dei suoi
precursori rinascimentali e dei suoi contemporanei barocchi, i
quali erano altrettanto padroni della loro arte anche nel campo
della scultura e della pittura. Il concetto dell’architettura, in
questi ultimi, era un concetto umanistico, basato sulle
proporzioni del corpo umano, mentre il Borromini si preoccupava
essenzialmente di creare cose assolutamente nuove, rompendo con
ogni tradizione e con ogni accademismo, e tenendo come modello non
l’uomo, ma la pura forma geometrica. Le sue opere erano spesso
considerate strane e bizzarre: esse hanno, infatti, una qualità
molto più cerebrale di quelle dei suoi contemporanei romani.
La forma
inusitata è una delle caratteristiche più spiccate del San Carlo;
la sua originalissima pianta può essere definita un rombo, non
delimitato però da linee rette bensì da linee curve. L’interno
così piccolo e così sobrio nelle decorazioni, sembra fatto apposta
per smentire i luoghi comuni contrari all’arte barocca. Lungo le
pareti corre un ordine di colonne che incorniciano l’ingresso a
piccole cappelle, anditi, chiostri, ecc. Il progetto è forse
ispirato alla grande cupola ellittica, che sembra essere sospesa
nello spazio. Quest’effetto è ottenuto mediante una serie di
finestre che circondano la base della cupola, ma che sono nascoste
alla vista da ghirlande ornamentali di fogliame. Una luce intensa
si diffonde da queste finestre sui curiosi ottagoni, croci ed
esagoni del soffitto a cassettoni; i cassettoni stessi vanno
facendosi più piccoli man mano che si avvicinano alla lanterna
aumentando così l’apparente altezza della chiesa.
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Una curiosità: gli edifici che a Roma più si
avvicinano all’effetto prodotto da questa cupola sono quelli
ultramoderni come il Palazzetto dello Sport, progettato da Pier
Luigi Nervi per i Giochi Olimpionici del 1960. |
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Uno sguardo ad altre opere del Borromini
Galleria Spada (galleria prospettica) - Palazzo Spada
- Palazzo Falconieri - Oratorio e Convento dei Filippini - Chiesa di S. Maria dei Sette Dolori
- Chiesa di S. Agnese (piazza Navona) |
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Basilica di San Giovanni in Laterano |
Approfittiamo di questo itinerario per vedere una delle più belle
basiliche di Roma: San Giovanni.
Diamo quì qualche immagine e lasciamo tutti i commenti alla guida. |
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L'intervento del Borromini su San Giovanni, a seguito di
commissione da parte del papa Innocenzo X, fu quello (suo malgrado
non completato) di
restaurare e trasformare questa basilica, dovendone però rispettare per quanto
possibile l'impianto originario. |
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Adiacente alla Basilica nel retro si può
ammirare il Battistero.
Sulla piazzetta antistante il Battistero uno
svettante Obelisco. |
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La Basilica ha un bellissimo Chiostro.
Sulla destra la famosa Scala Santa. |
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Scheda
Itinerario
La Roma di Borromini |
ORARI
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T A P P E
P R I N C I P A L I
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Note
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Mattino |
Partenza: luogo ed orario da concordare
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Pullman
su richiesta (anche su Roma)
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Mattino
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Palazzo Propaganda Fide - S. Andrea delle Fratte - S. Ivo
alla Sapienza
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13.00-14.30
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Pausa
pranzo
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Pomeriggio
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Palazzo Carpegna - S. Carlo alle Quattro Fontane -
S. Giovanni in Laterano |
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Pomeriggio
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Rientro:
luogo ed orario da concordare
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Pullman
su richiesta (anche su Roma)
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Quota
di partecipazione: da stabilire in base alla località di partenza, al
numero dei partecipanti ed alle modalità di soggiorno e trasferimento
Per Transfer, preventivi, richieste specifiche o
soluzioni personalizzate contattare RosiTour
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